Il fatto e lo sfratto
Ordine eseguito?
Ben nove ore di trattative ci sono volute, ma alla fine, grazie alla omni presente SocialLogBologna è stata trovata una soluzione temporanea per Pietro e Rosalia, in via di Corticella a Bologna.
Erano in attesa assegnazione di casa popolare da oltre un anno, oramai mancavano pochi mesi ad ottenerla. Nonostante questo, le forze di polizia e carabinieri, conosciuti dai più come la celere, ma oramai soprannominati a furor di popolo come “i bravi di don Rodrigo”, ahimè, su ordine, ha eseguito lo sfratto.
Forze coadiuvate da una dose massiccia di vigili urbani e vigili del fuoco che fungevano da contorno.
Oltre alle tensioni verificatesi a causa dello strettissimo contatto fisico cui erano sottoposti l’alto numero di persone intervenute (militari della celere, e solidali degli sfrattati), quattro avvenimenti hanno destato particolari preoccupazioni.
Problemi e preoccupazioni
Per primo, il malore di Pietro che per ben due volte, ha dovuto ricorrere ai medici del pronto soccorso. Ricordo che ha subito da meno di due mesi un delicatissimo intervento al cuore.
Secondo e terzo, due interventi della celere: un tentativo di arresto ed una colluttazione. Per fortuna entrambi, risolti con un nulla di fatto. Anzi, devo ammetterlo: nel caso della colluttazione tra un agente e un dimostrante, non posso non dare atto che uno dei capi della celere (o un operativo della digos: non portano distintivi per cui, non so effettivamente a che dipartimento faccia capo), di essere riuscito a placare gli animi, evitando così un probabile (e di sicuro) scontro molto grave.
Infine, caso che ha destato seria preoccupazione, in un attimo di scoramento, la signora Rosalia ha scavalcato il parapetto del balconcino dell’abitazione, minacciando di gettarsi. Per fortuna, anche quest’ultimo avvenimento, si è risolto per il meglio.
Lo sfratto: ordine eseguito alla perfezione
Per foto e video dei momenti clou, rimando tranquillamente al sito Facebook dell’associazione.
Per quanto mi riguarda, non posso esimermi dal fare due calcoli, anche se qualcuno potrebbe obiettare: ma MariKa, ci devi sbattere in faccia sempre numeri?
Io li faccio e dirò il mio pensiero. Poi sarà chi legge a valutare con la propria testa e decidere se, una situazione del genere, non meriti di essere VALUTATA correttamente.
Ho contato ben quattro automezzi della celere (13 posti cadauno), ben 6 volanti di polizia municipale (hanno bloccato 6 strade), due automezzi dei vigili urbani e un’autoambulanza. A questo si devono aggiungere almeno 4 appartenenti alla digos e almeno 3 ad altre forze dell’ordine in borghese. La celere (tutti, polizia e carabinieri), dopo sei ore hanno ricevuto il cambio. Questo è uno Stato che vede nella repressione, il solo strumento per risolvere i disordini creati dalle stesse forze clerico – bancarie – militari. II dispiegamento di forze di è stato:
4 blindo celere + 4 blindo celere (il cambio) + 6 volanti municipale + 1 autoambulanza + 2 automezzi vigili del fuoco. I conti sono subito fatti. In campo c’erano: [4 x 13 = 52 x 2 (il cambio) = 104] + [6 x 2 (polizia municipale) = 12] + [2 x 3 (vigili del fuoco) = 6] + [1 x 2 (ambulanza) = 2] + [7 appartenenti a forze non meglio identificate].
Ebbene sì, la matematica non è un’opinione: c’è stato un momento in cui in campo c’erano ben 131 operativi. Il tutto per sfrattare Pietro e Rosalia: 60 anni lui e 56 lei.
Come si definisce questo? Ah, sì: uno STATO FORTE con i deboli e DEBOLE contro gli OPPRESSORI.
Continua…
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