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“Vedo la morte”
Vedo la morte
così lenta, così forte.
La vedo avanzare:
è splendida con il suo mantello
e viene dal mare.
Così sicura, così vicina,
così lontana, così carina.
Con una mano mi porge la sua ombra.
La guardo negli occhi:
è splendida,
sembra la Gioconda.
Mi invita a passare,
a me
che son sempre stato tra le onde,
sballottato tutta una vita in mezzo al mare.
È sempre stata presente nella mia vita.
Iddio solo sa, quante volte l’ho rifuggita.
Ho cercata di scamparla invano,
a me, che per una vita sono stato un profano.
Sono stato incapace di gioire,
io che tutta una vita ha sperato di morire.
L’ho desiderato sempre, ogni giorno.
E intanto mi perdevo ciò che di più bello era al mondo.
Mi perdevo i miei figli
e la mia felicità.
Ed è tutta colpa mia,
perché non ho saputo viverla appieno questa vita.
Ho creduto nei valori,
quelli insegnati:
ho pensato di poter vivere, senza una parte di me stesso.
Ecco cosa merito: la morte. E la merito adesso.
Ho creduto davvero al mondo insegnato,
e invece, io da solo mi sono dannato.
Ecco cosa merito
e lo merito adesso:
io davvero merito di far morire me stesso.
In un mondo così strano
mi sono io da solo condannato,
come qualsiasi altro profano.
Sì, lo merito,
io merito tutto questo,
per non essere stato tutta una vita, me stesso.
Le porgo la mia mano,
spero mi porti presto via di qua, lontano.
Le porgo le mie membra affinché le faccia riposare,
affinché in un sol colpo
le possa scagliare lì, in fondo al mare.
Lo sapeva mi avrebbe preso:
ero già da tempo sulla sua strada.
Ecco, è finita:
così come è cominciata,
in un sol attimo, si è presa la mia vita.
E tutto ciò che è stato,
è finito adesso,
dopo una vita infame,
dopo aver negato pure me stesso.
La nascita della poesia
La poesia è stata creata in un momento di sgomento, all’inizio della transessualità. La presa di coscienza per aver negato una parte di sé, porta l’autrice a rivivere “forzosamente” il suo passato.
La morte è vista come “la Gioconda”, un bel quadro, un momento felice.
Interpretazione
L’autrice lascia al lettore piena e libera interpretazione.
Il “flusso dell’artista” meglio conosciuto come “flusso di coscienza”
Il “flusso” è una condizione tipica e impareggiabile, ove uno o più avvenimenti, scatenano emozioni irripetibili e che sfociano infine, in una creazione unica. Quando arriva il flusso, non esiste l’artista, ma solo un fiume di parole dettate dall’estro. La poetessa in questo caso, ha il sol compito di trascrivere le emozioni percepite.
Già pubblicata
Già pubblicata sul profilo Facebook .
Inserita nel libro in pubblicazione
La trovate nell’anteprima del libro di poesie, “Poesie d’odio e d’amore per un mondo senza più un briciolo di quore”.
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